La storia di Cameron Warwick

a cura di: PAMELA PEDERZANI
#24
#cameron warwick #cyberbullismo
05/03/2020

La storia che vi raccontiamo oggi riflette un dato Istat davvero molto allarmante: nei giovani, il suicidio è la seconda causa di morte subito dopo gli incidenti stradali. La depressione è un male apparentemente invisibile, ma che purtroppo sta diventando sempre più trasversale soprattutto tra gli Under 30. Le radici di questo malessere possono essere molteplici, ma primo tra tutti è il bullismo, specialmente online.

Esso si traduce spesso in affermazioni umilianti, insulti ed aggressione fisica e verbale. Tutto ciò si può racchiudere in tre macro-modalità attraverso cui i bulli colpiscono la vittima: il bullismo può essere, infatti, di tipo fisico, ovvero comportamenti volti a minacciare o ledere l’integrità fisica della persona, verbale, psicologico, che va ad intaccare l’autostima della vittima, o manipolativo/relazionale, volto cioè a colpire i rapporti di amicizia del bersaglio, con l’obiettivo di isolarlo. La maggior parte delle volte queste modalità sono esercitate ai danni di gruppi socialmente stigmatizzati (persone affette da obesità, disabilità o appartenenti a minoranze etniche o sessuali).

Ma quali sono le condizioni per cui si possa parlare di bullismo? Innanzitutto, ci deve essere intenzionalità, quindi l’azione deve essere fatta volontariamente e consapevolmente; in secondo luogo sistematicità, ovvero una ripetitività delle azioni; infine relazionalità, con cui il carnefice soddisfa il suo desiderio di colpire un suo coetaneo.

Cameron Warwick aveva solo 16 anni, l’età più spensierata, dei primi amori e delle solide amicizie. Ma non per lui. Cameron era affetto da autismo, e all’età di 12 anni aveva fatto coming out. Da qui comincia il suo dramma: gli insulti da parte dei compagni di classe, un isolamento dovuto al rifiuto degli altri alunni di sedersi accanto a lui, e infine la violenza: sgambetti, spinte e cibo tirato addosso. Come accade la maggior parte delle volte, la scuola non è stata in grado di percepire la situazione, e di riconoscere ed affrontare tali problemi. Tutto questo porta Cameron a distrarsi dallo studio e a non conseguire il diploma in matematica che gli avrebbe consentito l’accesso al College. Nel 2017 tenta per la prima volta di togliersi la vita, e successivamente cominciano gli episodi di autolesionismo.

A questo si aggiunge la rottura della relazione online con Christopher Robertson, che, unita ai continui atti di bullismo dei compagni, lo porta a compiere un gesto estremo: Cameron decide di togliersi la vita. Una mattina del 4 settembre non si presenta alla Fareham Academy, e viene ritrovato morto nei boschi intorno al Fort Fareham nell’Hampshire. La vicenda si è conclusa con un verdetto per suicidio.

I genitori lo amavano, senza giudizi, ma ciò non è bastato. Perché a quell’età, le opinioni a cui dai peso sono quelle dei tuoi coetanei, dei tuoi compagni di scuola, che, al contrario di ciò che è accaduto, dovrebbero appoggiarti, sostenerti e difenderti.

La madre ha dichiarato che il figlio era continuamente preso di mira, chiamato con nomignoli offensivi, ostracizzato, ed attaccato giornalmente, fisicamente e psicologicamente solo per il fatto di essere gay.

Purtroppo, in queste situazioni è difficile trovare i responsabili, che di conseguenza restano impuniti. Tutto ciò fa sentire ancora più sole e indifese le vittime, che trovano difficoltà nel chiedere aiuto, per vergogna o timore di mostrare le proprie debolezze.

A fronte di questa realtà che non può essere ignorata, è fondamentale che le istituzioni, come scuole o centri di aggregazione, favoriscano l’integrazione tra i giovani, e li educhino all’accettazione delle diversità. Questo potrebbe portare ad una riduzione dei casi di violenze, che possono condurre i giovani all’emarginazione sociale, a cattive condizioni di salute, all’abbandono degli studi e, nei casi più gravi, alla morte.


A volte basterebbe avere il coraggio di dire NO di fronte a certe ingiustizie e crudeltà, e di schierarsi per una volta dalla parte della vittima affinché ci siano sempre meno Cameron Warwick.