La storia di Giulia

a cura di: MICHELA MARINUCCI
#38
#bullismoscolastico #cyberbullismo #vittima
20/04/2020

Buongiorno a tutti, io sono Giulia, vengo da Bergamo e ho 15 anni. Oggi voglio raccontarvi una parte della mia vita, che forse non scorderò mai. Tutto iniziò quel 3 febbraio 2019: sembrava una delle tante domeniche che trascorrevo sui libri, ma quel giorno invece era diverso, finalmente per un pomeriggio ero riuscita ad andare al lago, con la mia super mamma e mia zia.

Il pomeriggio fu davvero intenso e bello, arrivò la sera e in totale tranquillità tornammo a casa. Iniziai con la mia super mamma a preparare la cena, ma poi arrivò quel maledetto orario…. che cambiò una parte di me.

Arrivarono le 19.34 e in un attimo tutto si stravolse, fu un qualcosa che non so descrivere. Sostanzialmente scoprì che, da ben 3 mesi, gran parte dei miei compagni di classe si prendevano gioco di me, deridendomi senza motivo. Prendevano mie foto che venivano poi riportate su dei profili Instagram, e talvolta erano soggette a trasformazioni pornografiche e commenti davvero orribili: “Preferisco bere la pipì di un cane piuttosto che guardarla in faccia”… non riesco nemmeno a ripeterli tutti. Il tutto era accompagnato da una serie di insulti pesantissimi, minacce e offese di ogni tipo, come “non vali niente”, “se la morte ti vede ti porta con lei”. Insultavano anche mia mamma e mio papà che, purtroppo, dall’età di 4 anni, non è più al mio fianco a causa di un maledetto tumore che me lo ha portato via. Ciò avveniva anche nelle mura scolastiche con continue umiliazioni. Era tutto così orrendo, non mi riconoscevo più, non riuscivo più a piangere e a ridere, non vedevo più il lato positivo delle cose, tutto era concentrato su quello, non trovavo una scappatoia. Continuavo ad andare a scuola, i voti andavano di male in peggio e il gestire la situazione ormai era inafferrabile. I mesi passavano e la luce in fondo al tunnel mi sembrava irraggiungibile. Ma poi un bel giorno, parlando con alcuni amici di famiglia, scoprì l’esistenza di un centro, l’unico nazionale contro la lotta a questo mostro invisibile, che purtroppo uccide senza fermarsi mai. Nel mese di agosto decisi di andare in questo centro, a Milano, all’Ospedale Fatebenefratelli. Lì, la mia idea di aiutare gli altri con la mia storia prese vita, così decisi di creare il mio piccolo capolavoro dal titolo “Rifioriti Giulia”. Spero che la mia storia sia d’aiuto per tutti, bulli e vittime, perché solo insieme, con la consapevolezza, possiamo distruggere un nemico così grande.

Ad aiutare bulli e vittime al fine di combattere il bullismo in tutte le sue forme, ci sono i numerosi centri antibullismo che, come vedremo in un prossimo articolo, rappresentano un punto di riferimento per la lotta a questo problema silenzioso ma distruttivo.