La storia di Alessandra

a cura di: MARTINA RICCIO
#21
#bodyshaming #violenza
12/02/2020

Oggi voglio raccontarvi la mia storia, affinché sia d’ispirazione per altre ragazze, perché dalla violenza fisica e verbale, che forse fa ancora più male, si può e si deve uscire.

Qualche anno fa ho conosciuto un ragazzo e mi sono innamorata di lui, iniziamo tutte così, no? Ero sempre con lui, vivevo delle sue parole e dei suoi gesti e per me la vita aveva il suo nome. Poi un giorno, non molto dopo che ci eravamo messi insieme, inizio a vedere un cambiamento in lui. Tra i gesti e le parole dolci, si fanno strada urla, strattoni, offese.

“ Cosa fai? Esci senza trucco? Vai a truccarti che sei brutta! Non ti vedi? Hai i denti gialli! (i miei denti sono bianchi, ve lo assicuro, lui invece li aveva praticamente marroni-verdastri per un incidente occorsogli anni prima…) Sei grassa! (Pesavo 58 kili su 1.72).. Sei vecchia! (Avevo 31 anni).”

Una sera, nel cuore della notte, mi chiama furibondo, urlandomi che mi stava lasciando perché non ero più attraente e che le voci che sentivo al telefono erano di ragazze molto più attraenti di me. Urlo anch’io. Lacrime, rabbia, dolore assoluto. Le vene scoppiano il cuore si ferma la testa mi lascia. Crollo sul pavimento con la morte tra le mani, gli occhi sbarrati nel buio, l’anima finita. Passa la notte, arriva l’indomani, torna quel “ti amo” che cancellava tutto, anche se sapevo che non avrebbe dovuto farlo. E vado avanti, sperando, pregando, morendo per un cambiamento che non è mai arrivato, semplicemente perché non poteva arrivare. Chi è così, è così. Non c’entriamo noi, non c’entra la vita.

E così un pomeriggio, dal nulla, mi si avventa contro e mi mette le mani al collo, digrignando i denti, la bava alla bocca, gli occhi infernali. Mi sbatte contro il muro, stringe forte, stringe di più. Pensavo di morire. Riesco a liberarmi. Lo caccio di casa. Passano i giorni. Mi scrive scusa ti amo non accadrà mai più. Ed io lo riprendo… Sembrava davvero che niente e nessuno fossero in grado di strapparmi da questa “persona” e portarmi in salvo.

Nel frattempo, ovviamente, la sofferenza e la paura disegnavano sul mio viso segni di anima morta che mi gravavano di anni che non avevo. Vedevo anche il mio fisico perdere brio, muscolatura, definizione perché seguivo le sue abitudini sregolate e mi ci sfogavo. L’atleta e la ballerina che sono sempre stata stavano lasciando inesorabilmente il posto ad un corpo senz’anima. L’inferno era la mia vita, ne ero conscia. E purtroppo le amiche con cui mi confidavo non hanno mai avuto l’intelligenza e la forza necessarie per aiutarmi a vedere in pieno il baratro in cui ero finita. Per loro era normale. “Ma sì, si inc* poi gli passa. Succede. È un cog*”. Ed io sprofondavo sempre di più. Inoltre, da quando avevo 21 anni, avevo sempre lavorato nei locali, alla sera e questo mi aveva portato purtroppo a contatto con altra violenza verbale. Gente che mi diceva che ero grassa quando pensavo 51 kili (sono alta 1.72, fate voi…) ed io non mangiavo perché pensavo davvero di esserlo e tuttora, a distanza di anni, per me l’addome è ancora un tabù. Addirittura, una sera fuori da un locale mi era stato proposto di posare per il catalogo di una nota rivista sportiva per sponsorizzare vari prodotti, a patto però che perdessi altri sei kili… Io sbarrai gli occhi… Sei chili? Ma se ne peso 51 su un corpo di 1.72, come puoi chiedere una cosa simile? Già non mangiavo, cosa potevo fare ancora? Morire…?

E poi la mia rinascita. Un giorno, per caso. Incontro una persona che crede in me. Una donna. Lei mi guarda, mi parla. Inizia a dirmi che sono bella, ho un gran bel fisico. Si vede che ci ho dedicato la vita. Una vita da atleta. Da ballerina. Da farfalla che disegna poesie mentre balla, così mi dice sempre. Diventiamo amiche. Parliamo. Le racconto tutto. E lei mi ascolta, mi spiega. Ma soprattutto crede in me. Giorno dopo giorno, tiene senza sosta una mano che ricomincia a ritrovare forza, fiducia, sorrisi. E scopro me stessa. Inizio ad amarmi. E da lì, niente. Tutto ricomincia a girare. Cose semplici, ma dette dalla persona giusta. Perché da sole, a volte, non ce la si fa ad uscirne.

E sapete una cosa? Adesso che ho più anni, tutti mi vedono più giovane, più bella, più viva.

Ed è così. Perché finalmente mi amo e sono felice.