La storia di Amanda Todd

#16
#cyberbullismo
09/12/2019

In diverse occasioni abbiamo cercato di dar voce alle vostre storie, raccontandole qui. Molte di queste storie non sono poi così diverse da quelle che leggiamo quotidianamente sui giornali, sui social o sentiamo alla televisione o alla radio.

Celebre è il caso di una giovane studentessa, Amanda Todd, che nel 2012 viene trovata impiccata nella sua camera da letto, in Canada.

Cosa ha portato questa ragazza a compiere un atto così disperato come il suicido?

Per saperlo dobbiamo tornare indietro nel tempo quando, nel 2009, Amanda iniziò ad utilizzare siti di chat per trovare nuovi amici. È proprio in occasione di uno di questi scambi tra sconosciuti che la ragazza comincia a chattare con un uomo apparentemente gentile e premuroso. La fiducia nei suoi confronti diventa sempre più consolidata, al punto che Amanda, su richiesta dello sconosciuto, decide di inviargli una foto che ritrae il suo seno nudo.

Da quel momento cominciò una terribile escalation che la porterà al suicidio. L’uomo conosciuto online, cominciò infatti a minacciarla di pubblicare quelle foto e così fece, gettando la ragazza in un vortice di disperazione, che a sua volta sfociò in un tunnel di droga e di alcol da cui la ragazza non riuscirà mai ad uscire.  

Trasferitasi in un’altra città con la sua famiglia, Amanda non ebbe comunque pace. Qui, nel posto in cui probabilmente la ragazza sperava di poter voltare pagina e la sua famiglia credeva di poterle donare una nuova vita, dopo aver avuto un rapporto sessuale con un ragazzo che conosceva, venne da questa picchiata insieme ad un gruppi di altri bulli.  Fu a questo punto che Amanda tentò il suicidio per la prima volta, ma non ci riuscì e la sua disperazione peggiorò drasticamente, sino ad arrivare al culmine con l’overdose e infine l’impiccagione in casa propria.

Pochi giorni prima di compiere il gesto disperato, Amanda aveva tentato di denunciare la sua situazione, raccontando, come noi cerchiamo di fare con le vostre storie, il suo vissuto. Il video, pubblicato su Youtube, diventerà virale solo dopo la sua morte.

Ci sono diversi aspetti, di questa storia, che ci fanno riflettere sul potere del web in mano alle persone sbagliate. Nonostante infatti Internet sia un ambiente in grado di ampliare le nostre potenzialità e offrirci numerose vie per semplificarci la vita, alcune persone possono trasformarlo in un mezzo di distruzione di sé e soprattutto degli altri.

Vi sembrano affermazioni un po’ troppo azzardate?  Non lo sono così tanto se consideriamo diversi aspetti:

La ragazza in primis, nel suo video, afferma che non sa come, lo sconosciuto della chat, potesse avere tante informazioni su di lei: nomi degli amici, della famiglia, della scuola che frequentava e molto altro ancora. Ma è davvero così sorprendente che oggi chiunque possa avere accesso a qualsiasi informazione su di noi? Se pensiamo alla quantità di tracce che lasciamo ogni giorno sul web su di noi e sulla nostra vita, la risposta sembra piuttosto evidente: no, non è così assurdo, qualsiasi utente del web e utilizzatore dei social network può risalire facilmente alla nostra rete di contatti e conoscere tutto sulla nostra vita. Utilizzare dunque i social con consapevolezza è fondamentale per evitare di dare in pasto al pubblico delle informazioni di cui un futuro potremmo pentirci.

Questo aspetto ci collega direttamente ad un secondo fattore davvero importante: ricordiamoci sempre che ciò che pubblichiamo in rete, resta in rete, non può essere mai realmente eliminato. Cosa comporta questo fattore per le vittime del bullismo digitale dei nostri tempi? Una condizione ben peggiore rispetto al passato poiché oggi se commette un errore inviando una foto intima ad uno sconosciuto, non puoi più tornare indietro, non hai il lusso di rimediare al tuo errore. Quel che è fatto è fatto e non ci sono soluzioni. Il bullo, che ha sempre avuto maggiore forza fisica o collettiva, oggi ha a propria disposizione anche il web, un potentissimo arsenale di strumenti in grado di struggere le vite di altre persone.

Quel che peggiora ulteriormente la condizione della vittima è che la sua persecuzione, da parte di un bullo, può potenzialmente procedere senza limiti di spazio o di tempo. Esattamente come è successo alla giovane Amanda infatti, il trasferimento in luoghi diversi, quel tentativo di scappare dalla violenza psicologica, è stato del tutto inutile. La sua famiglia ha tentato di rispondere ad una minaccia attuale con un mezzo del passato. Credere che “basti” scappare per iniziare da capo, è ormai un’illusione che poteva avere cognizione di causa soltanto fino a qualche anno fa; oggi invece, nel mondo interconnesso e globalizzato, scappare da coloro che fanno del male nascondendosi in una realtà intangibile che prende il nome di web, è praticamente impossibile.