Cosa sta succedendo su Telegram?

a cura di: PAMELA NAOMI PEDERZANI
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#gruppo telegram #telegram
06/04/2020

Negli ultimi giorni è argomento di dibattito, ma soprattutto di orrore e indignazione. Ciò che sta succedendo su Telegram ha aperto gli occhi su ciò che può accadere nelle chat online, ed anche se per noi questi fatti erano già noti, certi episodi ci hanno lasciato davvero l’amaro in bocca.

In questo periodo già difficile di per sé, sono emersi dei gruppi creati sulla piattaforma Telegram, il cui controllo è molto più blando rispetto al simile Whatsapp, dove vengono pubblicati, e addirittura venduti, foto o video di ex fidanzate, amiche o persino figlie. Il tutto viene affrontato con divertimento e umorismo da parte dei partecipanti alle chat, come se tutto questo fosse solo uno stupido gioco, e come se non mettesse in pericolo la vita delle povere ragazze, ignare di essere al centro di immagini usate per scopi pornografici o pedopornografici.

È un chiaro esempio di REVENGE PORN, di cui vi abbiamo parlato in modo approfondito in questo articolo sul nostro blog.

“Stupro tua sorella 2.0” è il nome del canale Telegram con migliaia di iscritti, in cui sono stati scambiati foto e video, anche di ragazze minorenni, accompagnati da insulti e commenti con chiari riferimenti alla pedopornografia e al femminicidio. Oltre alle immagini però sono stati condivisi anche numeri di telefono e richieste esplicite di “rendere la vita impossibile” alle ex partner. Il contenuto di questo gruppo è stato reso noto su Twitter, dopo che una ragazza ha denunciato il tutto trovando casualmente le sue immagini all’interno del gruppo.

In seguito ad altre diverse segnalazioni da parte di alcuni utenti, il gruppo è stato chiuso, ma al contempo ne sono stati aperti molti altri simili, dove si continuano a inviare immagini con istigazioni alla violenza.  30.000 è il numero medio di messaggi che vengono scambiati ogni giorno, e la crescita degli iscritti è esponenziale. Il contenuto è pubblico, e non servono né inviti né segnalazioni per accedervi.

Video privati, spesso riguardanti minori, diventano oggetto di trattative private tra chi ne è in possesso, e chi vorrebbe comprarli.

Gli utenti di questi canali sono adolescenti ma anche adulti: alcuni si nascondono dietro ad un nickname, altri mettono il proprio nome e cognome.

Tutto ciò, oltre ad aver portato conseguenze personali e psicologiche devastanti sulle vittime, ha generato anche una serie di ricadute sulle loro vite: ci sono donne che sono state licenziate dal posto di lavoro a causa dei contenuti su di loro che girano nel web e in questi canali Telegram, come se la colpa fosse loro.

La legge italiana, contro questo tipo di crimine, prevede fino a sei anni di reclusione e 15.000 euro di multa. Tutto ciò non sembra però fermare questo fenomeno, che si verifica in sempre più chat online, creando addirittura delle “chat di riserva” nel caso in cui il social network decida di cancellare quel determinato gruppo.

Numerose sono le denunce sporte, anche da personaggi pubblici la cui visibilità potrebbe essere fondamentale per diffondere la gravità del problema. Proprio negli ultimi giorni, Fedez e Chiara Ferragni hanno denunciato alla Polizia Postale delle chat dai contenuti analoghi a questi dopo aver avuto diverse segnalazioni dalle vittime.

In questo genere di situazioni, l’anonimato che si può avere in rete diventa deleterio: non solo rende possibili violazioni e crimini che vanno contro ogni tipo di legge, ma serve anche come scudo per tirare fuori il peggio di sé e i propri peggiori istinti, con la convinzione di garantirsi un’immunità totale dietro ad un falso nome.

Questi gruppi Telegram hanno rovinato le vite di molte persone, perché la violenza virtuale ha conseguenze drammaticamente reali. Non è nulla di astratto: c’è il sesso utilizzato come mezzo per affermare il proprio potere, ci sono i carnefici e ci sono le vittime.

Se anche tu hai subito violenze, invia un’email a racconta@noinonstiamozitti.it e raccontaci la tua storia.

Combattiamo insieme il silenzio!