Non è un paese per donne

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#discriminazione #genere
28/10/2019

Femminicidio, discriminazione di genere, divario salariale, patriarcato e mansplaining; sembrano tanti termini a caso, ma in realtà rappresentano una delle più grandi piaghe sociali di questo paese.

Per renderci conto della portata del fenomeno, ecco alcuni dati su cui riflettere.

  • 355 omicidi commessi, 140 sono femminicidi
  • la violenza sulle donne è in aumento, per 6 italiani su 10
  • A pensarla così sono 7 donne su 10, contro il 50% degli uomini

Nel 2018 Il Global Gender Gap Report del World Economic Forum ci mostra lo stato del nostro paese in riferimento a queste tematiche, rispetto al resto del mondo e la situazione non è decisamente delle migliori.

In questo articolo, non voglio annoiarvi con una lista infinita di statistiche o rimarcare il fatto che non stiamo ancora riuscendo a cambiare davvero le cose, ma vorrei ragionare su quelli che sono i motivi che non ci stanno consentendo di uscire da questo modo di pensare.

Siamo davvero sicure di essere solo vittime di questa situazione? Oppure almeno in piccola parte siamo complici del modo di pensare che ci ha fatto peggiorare la situazione invece che migliorarla?

Cosa succede quando a pronunciare frasi come quelle che seguono sono delle donne e non degli uomini?

“è una donna con due palle così”

“se vuoi un figlio devi sbrigarti, il tempo corre!”

“il tuo compagno ti aiuta in casa?”

“quella va con tutti”

Spesso se parliamo di maschilismo pensiamo che il confronto avvenga tra due fazioni: donne vs. uomini.

Ma cosa succede invece se la partita si gioca tra appartenenti alla stessa squadra?

DONNE VS. DONNE

Alzino la mano quelle di noi che non hanno mai criticato un’altra donna per il suo atteggiamento sul sesso o sul look.

Alzino la mano quelle che si sono dichiarate d’accordo con un uomo anche quando non era vero, per essere accettate come “pari”.

Alzino la mano quelle che non si truccano e vestono meglio quando sanno che ad un appuntamento/cena/festa/compleanno, saranno presenti altre donne, perchè si sa, la competizione muove il mondo.

Sono quasi certa che con la mano abbassata non è rimasta praticamente nessuna di noi.

Quindi, se noi per prime non siamo realmente capaci di fare fronte comune ed individuare e correggere gli sbagli fatti da noi per prime e che ci hanno portate a questo punto, come facciamo ad aspettarci che la situazione cambi realmente?

QUOTE ROSA = SALVAGUARDIA DI UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE

Si parla di quote rosa per indicare il numero di posti riservati alle donne nell’organico di determinate strutture pubbliche e private: imprese, istituzioni educative, organismi decisionali… Sono misure che vengono introdotte per garantire la rappresentatività femminile in ogni settore della società.

[definizione tratta dal sito Parlare civile]

Parlare di uguaglianza di genere, significa non dover più prevedere un numero minimo di appartenenti ad una categoria per rendere meno palese il divario che permea la nostra società.

Quello delle quote rosa è un discorso molto delicato, con diversi modi possibili di leggere la questione, tutti ugualmente meritevoli di rispetto; bisogna però sottolineare il fatto che provvedimenti di questo tipo sono sempre indicativi del fatto che la parità, è ancora molto, molto lontana.

UN REGALO PER AMICI, FIDANZATI, PARENTI E COLLEGHI

Il modo migliore per combattere il mansplaining? Parlare, comunicare e non desistere.

Ecco un bellissimo diagramma realizzato da Kim Goodwin e perfettamente tradotto e impaginato da https://gynepraio.it/

da regalare a tutti quegli amici, parenti, fidanzati o colleghi che sentono sempre la necessità di spiegarvi tutto!

E’ il momento di fare squadra e ci servono tutti gli alleati possibili per raggiungere l’obiettivo.

Vuoi raccontarci la tua esperienza in merito a queste tematiche?

Siamo qui per ascoltare.