La storia di Charlie Graham

a cura di: MICHELA MARINUCCI
#27
#bullismo #bullismo omofobico #omofobia
17/03/2020

Volto insanguinato, le ginocchia sbucciate, lo sguardo spaventato: sono queste le foto di Charlie Graham dopo essere stata aggredita sabato 11 gennaio a Sunderland, nel Nord dell’Inghilterra, per la quinta volta perché lesbica. Le volte precedenti sono stati necessari punti di sutura per un taglio al sopracciglio, due volte prima i tagli erano alla guancia e ha avuto occhi neri.

Questa volta però le foto sono state pubblicate dalla madre su Facebook: lei e Charlie hanno deciso di non perdonare più e sono determinate a trovare gli aggressori.

Il bullismo omofobico esiste e attualmente rappresenta un problema largamente diffuso in tutto il mondo. Ogni giorno si sentono notizie di giovani e adulti insultati o picchiati solo per il loro orientamento sessuale. Lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender sono continuamente vittime di discriminazione, bullismo e molestie. Sfortunatamente, le azioni di odio e le minacce sono quotidiane per molti omosessuali e tutto ciò spesso si traduce in affermazioni umilianti, ingiurie, nell’utilizzo di un linguaggio offensivo nonché aggressioni fisiche.

La vicenda di Charlie è andata su tutti i media britannici che hanno dato voce al suo dolore. «Sono stata colpita da dietro con un pugno. Ho provato a rialzarmi, ma mi hanno spinto di nuovo e sono caduta a terra. Poi i due ragazzi sono scappati. Mi hanno lasciato sanguinante e spaventata» ha dichiarato Charlie. Da quando ha iniziato a subire le prime violenze, la sua vita è diventata un inferno: attacchi di panico e di ansia, paura che tornando a casa la possano colpire di nuovo. È per questo che ha deciso di pubblicare le foto dell’aggressione: dimostrare che là fuori ci sono persone sempre pronte ad attaccarti per qualunque motivo. Che sia per la tua sessualità, per il colore della pelle o per come ti vesti poco conta, perché è il dolore provato a fare da protagonista. “È spaventoso ed è un colpo duro per la fiducia in se stessi» dice Charlie. E purtroppo è proprio così. Le conseguenze di queste terribili violenze nella vittima sono devastanti. Problemi di salute e relazionali, sfiducia in se stessi e perdita dell’autostima o atteggiamenti depressivi fino a comportamenti autolesivi e tentativi suicidari, raccontati già troppe volte dalla cronaca, sono solo alcune delle ripercussioni di questi atti di bullismo. È importante quindi chiedere aiuto, parlarne con un adulto di cui ci si fida, anche rimanendo nell’anonimato, perché insieme è più facile trovare il modo giusto per contrastare gli atti di bullismo.                                                                                            

Per il caso di Charlie la polizia ha aperto un’indagine e ha dichiarato che l’incidente è trattato come un crimine d’odio. Non è la prima volta che una ragazza sia vittima di attacchi omofobi. Purtroppo accade spesso e in ogni parte del mondo, perché basta poco per scatenare i peggiori istinti. Informare, educare contro il bullismo e contro il bullismo omofobico per combatterlo è molto importante ed è l’unico modo per garantire la tutela dell’individuo, rispettarlo nell’essere semplicemente se stesso e permettere alle persone di uscire da quell’ottica che crea, purtroppo ancora oggi, discriminazione e violenza.

Se anche tu sei o sei stat* vittima di bullismo, discriminazioni, ingiustizie o hai subito violenze, invia un’email a info@noinonstiamozitti.it e raccontaci la tua storia. Combattiamo insieme il silenzio!